Il metodo dell’osservare da parte di Dio
«Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese» (Es 3, 7-8).
L’attività di osservazione e la stessa che Dio compie ogni giorno con ognuno di noi. È la medesima attività di osservazione del grido dei poveri che Dio comunica a Mose come nel brano appena citato. Ed e uno sguardo che suggerisce un vero e proprio metodo pastorale, come quello fatto proprio dalla Caritas: ascoltare, osservare, discernere per animare e agire. Metodo indicato anche dal Siracide, che narra: «Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro perché ragionassero. Li riempì di dottrina e d’intelligenza, e indicò loro anche il bene e il male. Pose lo sguardo nei loro cuori per mostrar loro la grandezza delle sue opere» (Sir 17, 5-7).
Nel Vangelo di Marco (Mc 6, 39-44) c’e un chiaro esempio di come il Signore Gesù osservi il bisogno e allo stesso tempo valorizzi le risorse esistenti:
“Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono e si sfamarono, e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini”.
Gesù dispone le persone in gruppi, crea ordine e armonia in uno spazio dove, pochi istanti prima, c’era una folla affamata di Parola, ma anche di cibo. Al termine della moltiplicazione il Vangelo racconta che mangiarono circa 5mila uomini e che avanzarono 12 ceste piene di pani e pesci. Ci mostra come da quei 5 pani e 2 pesci le risorse si moltiplicarono e saziarono. L’osservazione delle povertà e delle risorse può servire anche a questo: mostrare i segni che Dio opera, ieri come oggi, in mezzo a noi.
Conoscere e ri-conoscere i poveri, saper raccontare la loro fragilità , e una testimonianza concreta di carità che siamo chiamati a compiere ogni giorno; così come fa Dio con le sue creature, giacche anch’Egli «conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome» (Sal 147, 4). Solo così, il programma del buon Samaritano, che e il programma di Gesù , diviene “cuore che vede”: un cuore che vede «dove c’è bisogno di amore e agisce in modo conseguente» (Deus Caritas Est 32)