IL BUON PASTORE – L’approccio al servizio nella tenerezza del buon pastore
L’operato della Caritas è spesso limitato, nella concezione più diffusa, alla distribuzione di pasti o di altri servizi alla persona. La Caritas è anche un ufficio pastorale che lega la sua azione ad una delle tre virtù teologali: la carità (assieme a fede e speranza).
Cosa può differenziare l’operato della Caritas da tante e dignitose attività filantropiche che l’uomo sa realizzare?
Il riferimento principale è la figura di Cristo che in questo mosaico viene rappresentato nella sua dimensione di pastore come recita il salmo 23:
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.
Pastore: colui che da il pasto, colui che nutre
Il custode delle pecore non solo le guida ma assicura loro «pascoli erbosi» e «acque tranquille» ( Sal . 23,2). Tutti coloro che nella chiesa svolgono un compito pastorale non siano solo distributori di buon cibo ma tendano a diventare cuochi cioè coloro che sanno gestire cibo e legami/relazioni.
Legami e nutrimento: è la modalità di nutrire che fa la differenza, non la quantità o la qualità del cibo. Chi vive la marginalità cerca l’accoglienza e la manifestazione principale di questo atteggiamento la si può riscontrare nel nutrimento materno dove il corpo che ci allattava era lo stesso che ci abbracciava.
I legami, le relazioni e la carità non possono essere sostanze nutrienti uniformemente distribuite, ma qualcosa di cucinato perché crea legame tra gli ingredienti, tra le risorse e gli strumenti necessari.
La carità si discosta dalla logica cristiana quando manca delle attenzioni della cucina; lo si nota quando tende ad offrire tutto a tutti (“se hai fame mangi quello che ti do!“). Nell’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, di fronte alla folla stremata ed affamata, Gesù invita i discepoli a dare loro stessi da mangiare! Siamo noi stessi il nutrimento e, se ci doniamo come Gesù, saremo anche in grado di saziare!