ANIMATORI DELLA CARITA’ E MINISTRI DELLA PROSSIMITA’
Dal II° convegno diocesano delle Caritas Parrocchiali è emerso questa nuova figura: il Ministro della prossimità. La prossimità, unitamente alle persone che incontriamo e la semplicità di gesti piccoli ma efficaci sono il nucleo delle riflessioni che il nostro Arcivscovo ha consegnato agli oltre 60 partecipanti al convegno.
In primis gli operatori e i volontari delle Caritas sono importanti tanto quanto i catechisti e i ministri straordinari dell’eucarestia (ministri della prossimità). I gesti e le attenzioni che concretizzano non devono necessariamente risolvere tutti i problemi ma devono essere segno della prossimità cristiana che è fatta di piccoli gesti efficaci per contaminare e seminare (il granello di senapa è l’immagine di riferimento!).
Il ruolo delle Caritas parrocchiali non è solo pastorale ma concretamente sociale perché i cristiani sono anche cittadini e come tali sono chiamati al bene comune. In questa azione è utile evitare di fare della carità un rifugio dalla politica locale e sociale; occorre saper intervenire modulandosi tra la sussidiarietà che spesso le istituzioni cavalcano per mancanza di risorse o di scelte politiche adeguate e la presenza ispirata perché gli organismi preposti possano tradurre quelle attenzioni al bene della persona che la cristianità “impone” (Mt. 25,31-46: “Quello che avete fatto agli altri, lo avete fatto a me”).
Ulteriore elemento fondante della Caritas è la persona: è lei che incontriamo e dobbiamo tendere al “conoscere” più che al “dare” perché è solo conoscendo che creiamo legami e usciamo dalla logica puramente organizzativa che sfocia nei risultati e nei numeri.
All’Arcivescovo si uniscono gli interventi di Rosanna Virgili e Don Adolfo Macchioli; entrambi hanno approfondito il ruolo della comunità nella condivisione passando per gli episodi evangelici della moltiplicazione dei pani e dei pesci e della guarigione dell’indemoniato di Gerasa.
Dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci emerge chiaramente l’invito di Gesù a partire dalla condivisione vissuta nella fame: chi non condivide la fame, non può moltiplicare il pane!
Dal brano sull’indemoniato si specifica invece l’importanza per la comunità di non restare chiusa nel suo ben-essere e di cercare le fragilità dell’uomo per riconsegnargli dignità. L’indemoniato viveva fuori città nei sepolcri e si presenta davanti a Gesù nudo e in preda alla sua fragilità; Gesù non lo esclude come aveva fatto la comunità e, a guarigione avvenuta, l’uomo si ripresenta vestito glorificandolo nella sua piena dignità non più negata dall’assenza di relazioni.